Nel 1985 il progetto per Prato della Valle a Padova viene scelto dalla giuria internazionale del concorso "PROGETTO VENEZIA" bandito dalla Biennale di Architettura ed esposto ai Giardini di Castello, padiglione Italia. VENEZIA. «Il “Common Ground”, il terreno comune tra la professione dell’architetto e la società è alla base della mia teoria. Siamo troppo lontani dalla realtà e abbiamo confuso il nostro ruolo. A me interessa l’architettura che “serve”, e questa Biennale dovrà fare proprio questo: collegare architettura e società ». Il direttore della 13a Mostra Internazionale di Architettura David Chipperfield lancia un ponte tra l’esperienza del 1985 di Aldo Rossi e la “sua” Biennale Architettura che si aprirà il prossimo 29 agosto. Lo fa approfittando dell’inaugurazione di un’altra mostra «Gli “Archi” di Aldo Rossi per la 3a Mostra Internazionale di Architettura 1985. Progetti, manifesti e carte d’archivio», inaugurata ieri sera a Ca’ Giustinian, a Venezia. Una mostra realizzata dalla Biennale con materiali provenienti dalle collezioni dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC), che rimarrà allestita nel Portego della sede della Biennale fino al 29 settembre. Fu proprio l’allora direttore della Biennale Architettura Aldo Rossi a lanciare nel 1985 un concorso tra architetti di tutto il mondo sul tema “Progetto Venezia”. Progettare qualcosa di nuovo in una città antimoderna fino al midollo come quella lagunare era una sfida allettante: parteciparono in 1500 da tutto il mondo. Ad attrarre gli architetti fu la sfida di riqualificare o trasformare specifiche zone della città - come il ponte dell’Accademia sul Canal Grande, il Mercato di Rialto, Ca’ Venier dei Leoni – o del Veneto e del Friuli – come la Piazza di Badoere, di Palmanova o di Este, Villa Farsetti, i Castelli di Giulietta e Romeo, la Rocca di Noale, Prato della Valle. Alla fine una giuria internazionale premiò con un “Leone di pietra” i 12 migliori progetti ma Rossi ne selezionò una settantina tra quelli più significativi e ne fece stampare dei manifesti con cui tappezzò una serie di archi posti nel vialone di ingresso dei giardini della Biennale in occasione della terza Mostra Internazionale di Architettura. Quei manifesti sono ora nuovamente esposti, a Ca’ Giustinian e rendono l’immagine di una Venezia e di un entroterra reinventati con ironia e con un estremo slancio verso il futuro. Se “Progetto Venezia” era stato una formidabile provocazione per riportare il dialogo tra conservazione e modernità, “Common Ground” sarà la Biennale del dialogo e la provocazione di David Chipperfield contro le archi-star e il superindividualismo in cui la professione dell’architetto è scivolata in questi ultimi anni.
- Anno
- 1985
- Città
- Padova
- Stato
- Selezionato