Il progetto, come richiesto dal bando, propone grandi strutture sportive e per il tempo libero. Le grandi strutture urbane sono, crediamo, il modo migliore per riscattare la periferia della città moderna dalla sua condizione di dormitorio o di “ghetto” residenziale. E’ questa una posizione che sembra decisiva per la città moderna.
Dal rifiuto di questa situazione la logica del nostro progetto. Le strutture sportive non sono edifici isolati come fortezze in un contesto disastrato, ma sono costruzioni civili capaci di riscattare il contesto urbano circostante. Queste opere, proprio nel rapporto con il luogo, il sito, ritrovano il rapporto con la tradizione della Sicilia.
Non una tradizione superficiale o folcloristica ma proprio la cultura dei grandi tracciati classici, degli assi che dividevano la città ed i campi secondo la tradizione araba.
Il progetto si riferisce in modo analogo, alla divisione razionale dei campi e delle strade, propria della tradizione romana, collocando i grandi edifici pubblici secondo assi e legami precisi. Gli edifici principali, lo stadio, il teatro, l’edificio commerciale e per il tempo libero, sono piuttosto luoghi e monumenti attorno i quali si dispongono i campi per lo sport e i servizi delle diverse attività sportive.
L’elemento dell’acqua, che in Sicilia è proprio della tradizione greca ed araba, ha un’importanza particolare, ed ha il suo tempio nella fontana e nella “gebbia”. La “gebbia”, perde ogni interesse funzionale e trasforma questo in un elemento sacrale; è contenitore ma nel contempo tempio del Dio più misterioso e necessario.
- Anno
- 1987
- Città
- Palermo
- Stato
- Progetto segnalato
- Superfice
- 70000 mq